E il sole batteva su di noi, mentre il vento di ponente gonfiava le vele e ci spingeva verso il largo. La prua di Persea fendava l’acqua, e nell’aria si respirava quella magia che solo il mare sa regalare.
Poi, all’improvviso, l’incontro.
Un pod di Delfini Comuni ha fatto la sua comparsa nel Golfo di Palermo. Una specie un tempo abbondante nel Mediterraneo, oggi sempre più rara, quasi un’ombra di ciò che era, minacciata da reti fantasma, pesca intensiva e cambiamenti ambientali. Eppure erano lì, davanti a noi, vivi e splendenti sotto la luce del sole.
Per qualche minuto hanno danzato attorno a noi, in quello stato di “Socializing” che caratterizza i momenti di interazione tra loro. Poi, come se ci avessero scelto, hanno iniziato a nuotare in prua, il classico bowriding, regalandoci un attimo di connessione pura con il loro mondo. Siamo rimasti in silenzio, ipnotizzati da quei corpi slanciati che sfioravano l’acqua con una leggerezza perfetta. Era un dono, un frammento di mare che ci veniva affidato, e che avremmo dovuto custodire nel cuore.

Delfini Comuni, eppure così straordinari. Come spesso accade, ciò che chiamiamo comune è in realtà unico, prezioso, irripetibile. Ed è proprio questa consapevolezza che rende un’emozione così forte: l’averli visti, l’averli vissuti, ci ricorda quanto sia importante proteggerli. Perché nessuna specie dovrebbe essere relegata a un ricordo sbiadito, a una nostalgia marina.
Dopo quell’incontro, abbiamo proseguito la navigazione, ancorandoci davanti a Marina di Villa Igea. L’acqua era turchese, limpida come poche volte accade, e il suono dei gabbiani riempiva l’aria. Il pranzo è stato un momento di condivisione, il calice di vino un brindisi silenzioso a ciò che avevamo appena vissuto.

Quando è arrivato il momento di rientrare, il vento ci ha accompagnati in poppa, dolce e costante. Qualcuno della nuova “ciurma” di SiamoPod si è disteso a prua, altri si sono lasciati cullare dal rollio delle onde, e tra le note di “Sfiorivano le viole” di Rino Gaetano, ci siamo lasciati trasportare dalle parole:
“Mentre io aspettavo
I passi delle onde
Che danzavano sul mare a piedi nudi
Come un sogno di follie venduto all’asta.”
Ed è proprio questo che fa il mare: ci porta sogni che troppo spesso rischiano di essere venduti all’asta, cancellati dall’indifferenza. Ma finché continueremo a emozionarci davanti a un incontro così raro, finché lasceremo che quella bellezza ci tocchi nel profondo, allora sapremo che il nostro compito è chiaro: proteggere, custodire, raccontare.
Perché il mare non è solo un luogo. È un sentimento. Ed è una storia che vale la pena difendere.