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Ustica, il nostro “Mare delle Meraviglie”

“And maybe you’re gonna be the one that saves me… ‘cause after all, you’re my Wonderwall”
– Oasis

L’appuntamento era per la sera del 24 aprile, a bordo di Persea, ormeggiata alla Cala. Un aperitivo condiviso, una cena semplice in barca e un primo momento per conoscersi. Ci siamo presentati uno ad uno, liberando subito la voglia di ascolto e condivisione. Sei persone, sei storie diverse unite dallo stesso desiderio: rallentare, osservare, lasciarsi portare.

Il piano iniziale era quello di partire all’alba del giorno dopo. Ma il forte vento di ponente, con raffiche fino a 40 nodi, ci ha spinto a una riflessione collettiva. Dopo aver analizzato i bollettini meteo marini, sempre nostri fedeli alleati, abbiamo confermato la rotta verso Ustica, mettendo sul tavolo anche l’alternativa Cefalù nel caso le condizioni non migliorassero.

La mattina del 25, con il vento in attenuazione e un cielo pulito, abbiamo salpato alle 11:00. Fino a Capo Gallo, ci ha accompagnati un bel vento teso. Una veleggiata autentica, da veri marinai. Qualcuno ha patito un po’ l’onda lunga, ma l’equipaggio ha tenuto botta, in sintonia e con il sorriso.

Intorno alle 19:30, Ustica ci è apparsa all’orizzonte, con un tramonto che sembrava volerci premiare per la traversata. Il mare si era finalmente disteso e il cielo ci restituiva tutta la luce della primavera. Una di quelle immagini che restano impresse anche quando si chiudono gli occhi.

La serata si è svolta nel porticciolo di Ustica, tra risate, buon cibo, racconti e atmosfera complice. Senza frenesia, senza piani rigidi. Solo armonia. In pieno stile SiamoPod.

Il 26 aprile è iniziato con una colazione lenta e una tappa all’iconico faro usticese, poi rotta verso i canyon al largo dell’isola, noti per essere habitat privilegiato di grandi cetacei. Non siamo stati fortunati negli avvistamenti, ma la calma piatta e il silenzio del mare ci hanno offerto un altro tipo di esperienza: quella dell’ascolto.

E quando ormai non ci aspettavamo più nulla, una tartaruga Caretta caretta è emersa in superficie. Era in basking, ovvero prendeva letteralmente il sole. L’abbiamo osservata in silenzio, rispettando i suoi tempi, e poi l’abbiamo salutata mentre spariva lentamente sotto la superficie.

Nel pomeriggio siamo arrivati a Mondello. Niente tuffi – la traversata aveva lasciato il segno – ma una lunga pausa tra burraco, riposo, un’ultima spaghettata e un calice di vino. Il mare era immobile, il tempo sembrava essersi fermato. Poi abbiamo ripreso la rotta verso Palermo, al tramonto, accompagnati da musica anni ’70, voci in coro e una doverosa tappa sotto Marina di Villa Igea, in notturna.

L’arrivo in porto è stato intorno alle 22:00 del 26. Stanchi, sì. Ma colmi di gratitudine per ciò che si era creato a bordo: un piccolo Wonderwall fatto di vento, onde e momenti condivisi.

Non sempre serve un grande avvistamento per vivere una grande esperienza. 

A volte basta essere lì, insieme. Nel nostro “Mare delle Meraviglie”.

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